BOILLY Louis Léopold (1761-1845). Ritratto di Pierre-Paul Royer-Collard (1763-1845), olio su tela, quarto quarto del XVIII secolo. François Guizot incontra Pierre-Paul Royer-Collard nel 1812. Il suo nome è poco conosciuto oggi, ma fu uno dei più importanti durante il periodo della monarchia costituzionale, alla quale dedicò tutta la sua attività intellettuale e politica.
Aveva allora 49 anni e aveva già una grande esperienza: avvocato nel Parlamento di Parigi alla fine dell’Ancien Régime, partecipò con entusiasmo alla Rivoluzione e, per un periodo, vicino a Danton, fu membro della Comune di Parigi. Fuggendo dal Regno del Terrore, fu deputato nel Consiglio dei Cinquecento nel 1797, e si unì ai legittimisti borbonici dopo il colpo di stato di Fructidor. Fu allora membro del piccolo consiglio segreto che cercò di rendere il futuro Luigi XVIII consapevole della nuova situazione. Dal 1803, si ritirò nella meditazione letteraria e filosofica. Nel 1811, tuttavia, il suo amico Fontanes, Gran Maestro dell’Università della Sorbona, lo convinse ad assumere la cattedra di storia della filosofia moderna alla Facoltà di Lettere di Parigi. L’anno seguente fu raggiunto da un nuovo collega, ventiquattro anni più giovane di lui, nominato professore di storia moderna dallo stesso Fontanes.
https://storia.wiki/pierre-paul-royer-collard/
I due uomini furono immediatamente attratti l’uno dall’altro. Entrambi erano stati cresciuti da una madre riverita ma esigente ed entrambi provenivano da ambienti borghesi attaccati all’uguaglianza civile. Il maggiore, con la sua tradizionale e severa educazione giansenista, trovò nel suo giovane collega una certa austerità protestante temperata da un carattere socievole e da un’impressionante capacità di lavoro. Guizot si affezionò anche al suo mentore, un ex avvocato e girondino, che potrebbe essere stato una sorta di padre surrogato nei primi giorni della sua vita intellettuale. Royer-Collard aveva due figlie e forse desiderava un figlio, così lo prese subito sotto la sua ala, gli inculcò le sue credenze spiritualiste che lo portarono a preferire per tutta la vita Bossuet a Voltaire. Gli inculcò anche un rifiuto totale del primato della forza sul diritto e della forza dei numeri sulla verità della ragione. Infine, lo introdusse nel suo circolo filosofico che era frequentato anche da Maine de Biran e Victor Cousin, con i quali divenne molto amico.
Royer-Collard era stato nominato direttore della Biblioteca e, nel maggio 1814, impose a Guizot l’abbé de Montesquiou, ministro dell’Interno durante la prima Restaurazione, come segretario generale. Questo ha guidato in parte il resto della sua carriera. Durante i Cento Giorni, Royer-Collard suggerì ai membri del gruppo monarchico costituzionale, di cui era leader, che Guizot andasse a Gand per contrastare l’influenza degli ultraroyalisti sull’esiliato Luigi XVIII. Questa missione doveva avere conseguenze molto sfavorevoli per il giovane emissario. Nel gruppo dei “Dottrinari”, formatosi alla fine del 1817, Royer-Collard, allora deputato della Marna, era considerato il leader, tanto che, secondo una tradizione, il gruppo era così chiamato perché aveva precedentemente seguito gli insegnamenti dei Padri della dottrina cristiana. Guizot fu uno dei suoi stretti collaboratori e insieme scrissero rapporti, discorsi e redassero disegni di legge sotto i ministeri di Richelieu e Decazes, cercando di dare un’interpretazione liberale alla Carta.
Nel 1820, dopo l’assassinio del Duc de Berry e la caduta di Decazes, entrambi furono rimossi dal Consiglio di Stato e di conseguenza divennero talvolta virulenti oppositori del regime. Nel gennaio 1830, Royer-Collard diventa presidente della Camera dei Deputati e aiuta Guizot ad essere eletto nel Calvados. Disapprovando la necessità della rivoluzione di luglio, il deputato della Marna, un conservatore atipico e solitario, un visionario liberale, interveniva in politica solo quando le questioni di libertà, soprattutto di stampa, gli sembravano in gioco. Fu così nell’agosto-settembre 1835, quando affrontò Guizot, allora portavoce del governo, e nel 1839 quando gli rimproverò il suo ruolo nella famosa coalizione contro Molé. Nel 1834, una lite personale si aggiunse alle sue controversie politiche quando il ministro Guizot non ottenne per il marito di una delle sue nipoti “una promozione considerevole negli alti gradi dell’amministrazione pubblica”. Racconta che “alcuni giorni dopo, il signor Royer Collard mi scrisse una lettera formale in cui indicava, in alcune frasi tristi e amare, il suo desiderio di rompere le nostre vecchie relazioni”. Non era la prima volta che Royer-Collard prendeva le distanze da Guizot, perché era molto permaloso e irascibile, con una lingua tagliente, e più di una volta aveva fatto osservazioni sarcastiche sull’ambizione di un protetto che si era emancipato troppo rapidamente e con troppo successo.
Tuttavia, l’amicizia tra loro si è rivelata più forte. Era molto evidente durante la Restaurazione.